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Credito d’imposta per R&S: il DDL Stabilità salva la misura dall’oblio, ma modifica in profondità la normativa

L’art. 7 del disegno di legge di Stabilità 2015 rivede integralmente il credito d’imposta che era stato introdotto a dicembre 2013 dal decreto legge n. 145 “Destinazione Italia” (art. 3), successivamente convertito in legge e tuttavia mai reso operativo per la mancanza dei decreti attuativi.

La prima delle modifiche apportate rispetto al testo originario riguarda il periodo di applicazione della misura. Nella nuova versione, l’agevolazione decorrerà dal 2015 (anziché 2014) e resterà operativa per 5 anni (invece di 3).

Del beneficio potranno fruire tutte le imprese senza limiti di fatturato (decade quindi il vincolo che escludeva le aziende con fatturato superiore a 500.000 euro), né vincoli relativi alla forma giuridica o al settore economico di appartenenza.

L’investimento minimo annuale in R&S richiesto per poter accedere all’incentivo è di 30.000 euro, a fronte dei 50.000 della versione precedente, mentre il limite annuo di credito d’imposta fruibile viene innalzato a 5 milioni di euro rispetto ai 2,5 milioni precedenti.

Le spese ammesse ai fini della determinazione del credito d’imposta sono le seguenti:

  1. Personale altamente qualificato impiegato nelle attività di R&S, in possesso di un titolo di dottore di ricerca, oppure iscritto ad un ciclo di dottorato presso un’università italiana o estera o, infine, in possesso di laurea magistrale in discipline di ambito tecnico o scientifico (nel testo originario tale voce non era limitata alle risorse altamente qualificate);
  2. Quote di ammortamento delle spese di acquisizione o utilizzazione di strumenti e attrezzature di laboratorio (con un costo unitario non inferiore a 2.000 euro), in relazione alla misura e al periodo di utilizzo per le attività di R&S;
  3. Spese relative a contratti di ricerca stipulati con università, enti di ricerca e organismi equiparati, start-up innovative;
  4. Competenze tecniche e privative industriali relative ad alcuni ambiti specifici.

La misura del bonus è pari al 25% dell’incremento della spesa per ricerca e sviluppo sostenuta in ciascuno dei cinque periodi d’imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2014, rispetto alla media della spesa per R&S sostenuta nei tre esercizi antecedenti al periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2015. Non più quindi una media “mobile” come nella precedente versione, che raffrontava le spese di R&S dell’esercizio per il quale si intendeva calcolare il credito d’imposta con la media delle spese sostenute nei tre esercizi immediatamente precedenti ad esso, bensì una media di riferimento “fissa”.

Per le sole voci a) e c), il credito d’imposta viene riconosciuto nella misura del 50%.

Il credito dovrà essere indicato nella relativa dichiarazione dei redditi, non concorrerà alla formazione del reddito né della base imponibile IRAP e sarà utilizzabile esclusivamente in compensazione.

Le spese in ricerca e sviluppo calcolate ai fini dell’agevolazione dovranno essere supportate da apposita documentazione contabile certificata dal soggetto deputato alla revisione legale o dal collegio sindacale o da un professionista iscritto nel registro dei revisori legali (saranno esentate da quest’obbligo le imprese con bilancio certificato). Gli stessi costi sostenuti per la certificazione della documentazione saranno ammissibili al bonus nel limite di 5.000 euro.

Le disposizioni applicative necessarie sono demandate ad un successivo decreto interministeriale. Queste dovranno entrare nel merito di numerose questioni aperte tra cui, ad esempio, se vi sarà una procedura telematica di prenotazione delle risorse e se, in questo caso, potrà beneficiare del bonus solo chi sarà più veloce nel prenotarsi oppure tutti, tramite il riparto delle risorse disponibili.

Un’altra grossa incognita, fra le tante, visto l’iter incredibilmente tribolato che sta attraversando l’istituzione di questo incentivo, è rappresentato dalle coperture. L’articolo del DDL infatti non entra nel merito del plafond. Si parla (fonte del Ministero dello Sviluppo Economico) di circa di 1,5 miliardi complessivi per i 5 anni previsti, ma dato il binario morto sul quale si è ritrovata la precedente versione del credito d’imposta e la più generale difficoltà da parte dello Stato nel reperire e garantire le coperture necessarie ai numerosi interventi, ogni ipotesi al riguardo è mera speculazione.

Ora non resta che seguire passo dopo passo il percorso del disegno di legge, inclusi il passaggio alle camere e la verifica di Bruxelles, per vedere quale sarà il testo definitivo.

Bando della Regione Veneto a favore di progetti presentati da aggregazioni di PMI

OBIETTIVI: La Regione Veneto, in attuazione della recente Legge Regionale n. 13 del 2014, ha emanato un bando (pubblicato nel BURV venerdì 3 ottobre) che finanzia progetti relativi alla ricerca e all’innovazione, all’internazionalizzazione, allo sviluppo sostenibile e alla salvaguardia ambientale. Gli interventi devono essere sviluppati da aggregazioni di imprese operanti in Veneto.

BENEFICIARI: aggregazioni di PMI, nel numero minimo di 3 imprese, aventi sede operativa in Veneto. Le forme aggregative ammesse sono quelle previste dalla LR n. 13 del 2014, ossia:

  1. consorzio con attività esterna, società consortile, società cooperativa;
  2. associazioni di imprese, anche temporanee (A.T.I.) e appositamente costituite per la realizzazione del progetto per il quale è richiesto il finanziamento;
  3. imprese riunite con contratto di rete.

Imprese di grandi dimensioni, o aventi sede operativa al di fuori della Regione Veneto, possono partecipare all’aggregazione delle imprese (quindi in aggiunta al numero minimo richiesto di tre PMI) ai fini del raggiungimento degli obiettivi di progetto, ma non possono accedere al contributo e le loro spese non concorrono a formare il preventivo delle spese ammissibili della proposta progettuale.

Le imprese devono essere tra loro autonome ed appartenere ad uno dei seguenti settori di classificazione ISTAT ATECO 2007:

  • C: “Attività manifatturiere”;
  • E: “Fornitura di acqua, reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento” (con esclusione dei codici 36 e 37);
  • F: “Costruzioni” (per i soli codici 43);
  • J: “Servizi di informazione e comunicazione” (per i soli codici 61 e 62, ad eccezione dei codici 61.9);
  • M: “Attività professionali, scientifiche e tecniche” (per i codici 70, 71 e 73, con alcune esclusioni); nel limite di un’impresa e solo in aggiunta ad un’aggregazione di 3 PMI appartenenti ad uno dei codici ATECO dei punti precedenti;

INTERVENTI FINANZIABILI: i progetti devono ricadere in una delle 3 seguenti misure:

  1. Misura A: progetti di internazionalizzazione relativi ad attività di consulenza riguardanti studi volti al lancio di nuovi prodotti o di prodotti già esistenti su un nuovo mercato in un altro Paese;
  2. Misura B: progetti di ricerca industriale, di sviluppo sperimentale, di innovazione di processo e di prodotto e gli studi di fattibilità; anche combinati tra loro nel caso di progetti in più fasi;
  3. Misura C: progetti di ricerca industriale, di sviluppo sperimentale, studi di fattibilità riguardanti tecnologie e prodotti ecosostenibili e/o biocompatibili.

I progetti devono essere realizzati nelle sedi operative delle imprese ubicate nella Regione Veneto. Possono essere avviati dal 30 ottobre 2014 e devono concludersi entro il 30 aprile 2016.

SPESE AMMISSIBILI:

  1. personale subordinato o parasubordinato, nel limite massimo di euro 50.000,00, oppure, elevato al 50% della spesa ammissibile per progetti con preventivo di spesa dell’ammontare superiore a euro 100.000,00;
  2. beni strumentali (beni durevoli “equipment” riferiti a macchinari, attrezzature, strumentazioni; software; acquisto di brevetti o licenze di brevetti; componenti del prototipo);
  3. servizi esterni riferiti a consulenze prestate da persone giuridiche abilitate o da persone fisiche iscritte all’albo professionale di riferimento; per le misure B e C sono finanziati anche i costi di consulenza relativi alla gestione, pianificazione, coordinamento e monitoraggio delle attività solo se riferiti all’impiego di una figura manageriale, esterna al personale delle imprese dell’aggregazione, a carattere temporaneo (cd. Temporary Manager);
  4. partecipazione a manifestazioni fieristiche di rilievo internazionale (la partecipazione dovrà attuarsi con azione sinergica di tutte le imprese componenti l’aggregazione), solo per la misura A;
  5. spese generali (comprese le spese di certificazione, ad opera di un professionista iscritto al Registro dei Revisori Contabili) delle spese progettuali sostenute) nella misura massima del 15% della spesa preventivata ed ammissibile a contributo.

Le spese sostenute per la realizzazione del progetto sono ammissibili a partire dalla data di invio della domanda di partecipazione.

ENTITÀ DELL’AGEVOLAZIONE: L’agevolazione, in conto capitale, è concessa nella misura del 50% della spesa ammissibile compresa tra euro 30.000,00 ed euro 300.000,00. Di conseguenza, il contributo massimo concedibile per la realizzazione di ciascun intervento progettuale è di euro 150.000,00.

RISORSE DISPONIBILI E PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE: Le risorse stanziate per il bando ammontano a euro 6.150.000,00. La modalità di presentazione è “a sportello”, quindi varrà l’ordine cronologico di ricezione della domanda di partecipazione da presentare a mezzo PEC. L’apertura dello sportello è fissata alle ore 10.00 del 30 ottobre 2014 e la chiusura alle ore 17.00 del 10 novembre 2014, salvo esaurimento delle risorse prima di tale data.

Bando della CCIAA di Treviso a favore dell’innovazione nelle PMI

Contributi alle PMI per favorire l’innovazione, la competitività, l’applicazione di tecnologie avanzate e la salvaguardia dell’ambiente

OBIETTIVI: la Camera di Commercio di Treviso intende sostenere lo sviluppo del sistema economico locale attraverso la concessione di contributi a fondo perduto per favorire l’approccio all’innovazione delle PMI.

BENEFICIARI: piccole e medie imprese ubicate in Provincia di Treviso.

SPESE AMMISSIBILI:

  1. consulenze qualificate legate all’innovazione di prodotto, organizzativa, di processo o tecnologica;
  2. acquisizione di impianti, macchinari e attrezzature tecnologici e di allacciamento alle reti tecnologiche;
  3. acquisizione di licenze di brevetti, modelli, disegni e di specifico know how, nonché spese di assistenza e/o consulenza per l’attuazione di servizi di ricerca documentale e brevettuale;
  4. acquisizione materiali di prova, di laboratorio, costi esterni di prototipazione;
  5. acquisizione di informazioni tramite la consultazione di banche dati;
  6. inserimento all’interno dell’azienda, per almeno 5 mesi, di laureati per innovazione e sviluppo tecnologico, o di temporary manager (con esperienza di almeno 5 anni) per riorganizzazione aziendale;
  7. realizzazione di sistemi di cloud computing;
  8. informatizzazione dei processi produttivi;
  9. realizzazione di sistemi di e-commerce;
  10. realizzazione di piattaforme web integrate ai social network;
  11. tecnologie e soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale.

Sono ammissibili le spese sostenute a partire dal giorno successivo alla presentazione della domanda e fino al 10 luglio 2015. Non è ammesso l’acquisto di beni in leasing, di beni usati, materiali di consumo e minuterie.

In base alla tipologia di intervento è prevista una spesa minima ammissibile e una massima.

RISORSE DISPONIBILI: Le risorse disponibili ammontano complessivamente a euro 900.000.

ENTITÀ AGEVOLAZIONE: le agevolazioni sono concesse nella forma di contributo a fondo perduto in misura pari al 50% delle spese ammissibili. Per le imprese della produzione primaria di prodotti agricoli il contributo è del 40% delle spese ammissibili.

CONCESSIONE DELL’AGEVOLAZIONE: le domande di agevolazione possono essere presentate per via telematica con modalità a sportello a partire dal 27 Ottobre 2014 fino al 10 Novembre 2014. È consigliabile presentare la domanda il primo giorno utile.

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